L'Oscura Verità: Un Viaggio nel Mondo delle Sette Sataniche
Il film si basa su fatti realmente accaduti, ricostruiti attraverso testimonianze dirette, articoli di giornale e approfondite ricerche sul web legate al mondo delle sette sataniche e degli adoratori dell'occulto.
La trama segue le indagini di un investigatore determinato a svelare il mistero dietro una serie di macabri omicidi. Seguendo una scia di inquietanti indizi e raccogliendo le testimonianze dei testimoni, l'investigatore si ritrova di fronte a una terribile verità, rivelando i segreti che si celano dietro quelle orribili morti.
Un'opera che getta uno sguardo inquietante e avvincente su un lato oscuro della realtà, esplorando con cura documentaristica un tema tanto delicato quanto affascinante.
Il Mattino di Padova 8/01/12
TEOLO. Tornano le ombre del satanismo sui ruderi del monastero del Venda. Non un caso, non un episodio, bensì ormai una «tradizione». A confermarlo è stata una doppia visita, a distanza di un anno, a quel che resta del monastero degli Olivetani, attualmente inaccessibile per dei lavori di restauro.
La prima visita era avvenuta il 5 gennaio 2011. Accedere al vecchio monastero medievale non era un problema, e a testimoniarlo era il grande numero di “reperti” lasciati dai satanisti. Che in quei luoghi, in particolare nella cripta sotterranea principale, si fossero celebrati dei riti occulti era testimoniato infatti dalla presenza di numerose candele in cera, di talloncini di carta con preghiere cristiane (forse bruciati durante le messe nere), di resti di focolari sia all’interno che all’esterno del monastero. Le pareti della cripta sotterranea erano poi imbrattati con croci capovolte, simboli facilmente riconducibili al diavolo (come il «666»), offese alla cristianità e strani disegni e formule.
In un anno sono cambiate molte cose. Innanzitutto i ruderi sono inaccessibili ai visitatori: un’alta recinzione impedisce l’ingresso al complesso monumentale e l’area è circondata da una rete metallica ed è anche videosorvegliata. Eppure il modo di entrare, a quanto pare, c’è. Il 5 gennaio scorso, ad un anno esatto dal primo reportage fotografico, il monastero ha subito una drastica “ripulita”: le scritte sono sparite e l’altarino della cripta (il cui ingresso è negato da nuovi serramenti provvisori) è stato rimosso. Ma, all’esterno, i segni di messe sataniche restano: giovedì scorso, in un angolo del monastero, appoggiate su una struttura in pietra c’erano delle ossa di animali, undici in tutto. Probabilmente sono di qualche bovino. Accanto alle ossa erano posizionati anche una catena in ferro e un pezzo di legno concavo, forse parte di una rudimentale stoviglia. Difficilmente quegli elementi erano capitati lì per caso. Appena fuori dalla parte principale del monastero c’era invece un cerchio d’erba bruciata, anche se è possibile che quel fuoco fosse stato acceso dagli operai impegnati nel cantiere.
Impressiona, comunque, che nonostante le difficoltà a raggiungere la meta – a maggior ragione ora vista la presenza dei lavori – gli Olivetani continuino ad essere teatro prescelto per i riti satanici. E poco importa che si tratti di scherzi, messe in scena o vere e proprie celebrazioni nere.
Il mattino di Padova 15/03/2009
CINTO EUGANEO. Torna l’incubo dei riti satanici nell’area dei Colli Euganei. Segni che fanno pensare a sedute spiritiche tenute in tempi recenti, sicuramente dopo le abbondanti piogge delle scorse settimane, sono ben visibili nell’ex cava di riolite colonnare del Monte di Cinto. Un sito a 281 metri di quota, ben lontano da occhi indiscreti, tanto suggestivo quanto inquietante, che si trova ad un tiro di schioppo dal leggendario sperone di roccia noto come «buso dei briganti». Nella parte affossata della cava, in un’area racchiusa dai colonnati trachitici a forma di anfiteatro, su alcune pietre che formano gli angoli di un pentagono ci sono tracce di cera di candela color bianco e azzurro. Al centro di quello che assomiglia molto ad un’abside a cielo aperto, si notano i resti di un falò. Un fuoco a forma circolare di circa un metro di diametro attorno al quale gli adepti avrebbero celebrato le funzioni esoteriche. La disposizione delle pietre e del fuoco è quella tipica che i satanismi scelgono per le loro funzioni. A Fontanafredda, la borgata più vicina alla cava, gli abitanti non sembrano sorpresi più di tanto dal fatto che sulla cima di quel colle, da sempre al centro di leggende,di notte succedano fatti strani. «Messe nere nell’ex cava del Monte di Cinto? Ultimamente ho sentito dire che la sera tardi, sulla pista forestale che s’inerpica verso la sommità, qualcuno ha notato della gente che saliva - racconta un anziano del paese -. Non penso si trattasse di escursionisti, a quell’ora non vanno certo per boschi. Semmai qualche bracconiere che caccia i cinghiali, visto che tra la boscaglia ce ne sono tanti. Ma quella è gente del posto che non fa male a nessuno. Se non ai cinghiali...». L’ex cava è raggiungibile da due direttrici. Da Fontanafredda attraverso un sentiero che si stacca dalla provinciale per Cinto Euganeo, all’altezza della strada che sale verso la chiesetta di Santa Lucia e il monastero di Beatrice d’Este sul Gemola. Oppure dal versante a ovest che guarda i Colli Berici; anche qui si deve salire a piedi, imboccando una stradina in località «spaccata» che si ricongiunge a mezza costa con il sentiero n. 11 Monte di Cinto che passa dalla cava e dai resti del castello medioevale. Che i Colli Euganei siano meta dei satanisti non è una novità. In passato i siti maggiormente presi di mira si diceva fossero l’oratorio di Sant’Antonio Abate sul monte Madonna, l’ex monastero degli Olivetani sul Venda e la rocca della Speronella sul Pendice. Il periodo di maggiore attività si è concentrato tra il 2002 e il 2004. Il rinvenimento di questi giorni nella ex cava del Monte di Cinto potrebbe essere la testimonianza di un ritorno degli adepti del demonio nell’area del Parco Colli.
Il Mattino di Padova - 30/10/2002
Torna l'incubo dei riti satanici nell'area dei Colli Euganei. Il furto di particole consacrate nel tabernacolo della chiesa di Cervarese e la tentata intrusione nella sacrestia di Feriole di sabato notte (i malviventi che erano riusciti ad entrare nel corridoio della sacrestia sono stati fatti scappare alle 3,15 del mattino dal parroco don Livio), fanno pensare a una ripresa dell'attivita' esoterica sui colli.
In coincidenza con l'arrivo delle prime nebbie si sono sempre notati movimenti strani, attribuiti agli adepti del Maligno, nei luoghi più appartati degli Euganei. Due anni fa, proprio in questo periodo, un furto dai contorni analoghi a quello di Cervarese è stato messo a segno nella vecchia pieve di Montegrotto.
Per alcuni parroci non ci sono dubbi: si tratterebbe di atti sacrileghi a sfondo esoterico. 'Tracce' che riconducono alle messe nere sono state scoperte nei giorni scorsi sullo slargo dietro la chiesetta di Sant'Antonio Abate, alle pendici del monte Madonna. Sui massi di trachite e sulle panche in legno che si trovano agli angoli del cortiletto sono stati trovati resti di candele.
Analoghe testimonianze erano state evidenziate da una troupe Rai della 'Vita in diretta' nell'ottobre del 2000. Negli ultimi tempi sembra che l'attività dei satanisti si sia spostata anche a sud dell'area euganea. In particolare nella zone di Arquà, Calaone e nella cava di Cinto Euganeo.
Probabilmente avevano individuato come luogo per le loro funzioni l'area vicino all'ex convento di Beatrice d'Este sul Salarola. Per i satanisti non vi è di meglio che celebrare i loro riti utilizzando gli altari e i luoghi un tempo consacrati per le funzioni religiose.
Il parroco di Feriole di Teolo, don Livio, nutre invece qualche dubbio sul fatto che chi ha forzato sabato notte il portone d'ingresso della sua canonica cercasse particole consacrate oppure oggetti sacri.
30/10/2007
Impiccano il gatto e lo lasciano, penzolante, sulla statua che troneggia nel centro della piazza del paese, con accanto anche alcune frasi legate al satanismo. È accaduto a Battaglia Terme (Padova), nel cuore dei colli euganei.
Domenica sera la scoperta fatta da alcuni residenti sulla piazza omonima. Hanno visto l’animale penzolare con un cappio al collo
"Faremo altre vittime" e poi un 666 e una croce rovesciata. A pochi metri di distanza, ancora penzolante dal braccio della statua di Santa Barbara, un gatto impiccato.
Una scena agghiacciante che manda con la mente a qualche macabro rito satanico. A chiamare il 112 domenica sera intorno alle 21 una donna che passando per la piazzetta adiacente alla biblioteca comunale è stata attirata dalla vista dell'animale penzolante. E sul placido e tranquillo comune termale si allunga l'inquietante ombra di qualche setta satanica.
Già in passato, ricordano gli stessi residenti della zona, alcuni episodi che potevano in qualche maniera far pensare a sette sataniche e a rituali in onore di Satana erano avvenuti tra i boschi dei colli Euganei ma mai era stato interessato il comune di Battaglia. Ora le indagini dei carabinieri si stanno muovendo tra le facce note della zona (per lo più alcolizzati o tossicodipendenti) e tra quelle persone che in passato hanno avuto contatti con sette sataniche o pseudo tali.
Mattino di Padova - 23/07/2004
Centinaia di fedeli attoniti. Il parroco della basilica delle Grazie, don Paolino, che richiama dall'altare quel fedele, o presunto tale, che invece di ingoiare la particola consacrata se l'è messa in tasca. Un atto sacrilego che il parroco, avvertito di quanto successo dai fedeli, non vuole far passar liscio. È accaduto domenica mattina durante la messa. Tra i fedeli in fila per la comunione c'è un uomo che, arrivato il suo turno, porge la mano al parroco per farsi consegnare l'ostia consacrata. Voltatosi per tornare nel suo banco, invece che portarsela alla bocca la infila nel taschino della camicia, il gesto repentino non sfugge ad alcuni fedeli, che si precipitano ad avvisare i collaboratori del parroco. Don Paolino viene informato dell'accaduto durante la messa. Alla fine della liturgia, dall'altare si rivolge all'autore del gesto, ricordandogli che la sua azione è un sacrilegio. Il colpevole non si fa avanti, ma il parroco riesce ad individuarlo e a parlargli. Un dialogo a quattr'occhi, che i presenti - sbalorditi per l'episodio - non sono riusciti ad ascoltare. Pare che don Paolino abbia convinto il fedele ad ingoiare la particola davanti ai suoi occhi, evitando cosi che l'ostia uscisse dalla chiesa. Il sacerdote ieri non era in canonica, perciò non è stato possibile avere da lui altri particolari sulla vicenda che in questi giorni passa di bocca in bocca in città. L'uomo avrebbe ribattuto che la sua religione - si sarebbe dichiarato cristiano ortodosso - gli permette di assumere la particola in un secondo momento. Tra i fedeli usciti increduli dalla celebrazione domenicale è iniziato un fitto chiacchiericcio sul destino che avrebbe avuto quella particola consacrata, una volta uscita dalla basilica. L'ipotesi più allarmante è quella di un suo utilizzo nelle messe nere. Tutt'altro che una fantasia, soprattutto nei Colli Euganei, dove negli anni scorsi sono stati trovati anche i resti di un altare su cui probabilmente erano stati sacrificati degli animali. Secondo altre segnalazioni sui Colli Euganei avverrebbero anche delle sinistre processioni di incappucciati.
ESTE. I satanismi nell'area del Parco Colli potrebbero tornare di stretta attualità. "Purtroppo si arrivano a pagare 150 euro per un'ostia consacrata - riferisce don Orlando Zampieri, parroco di S. Girolamo a Este - per poi compiere azioni deplorevoli verso il Santissimo. C'è sciaguratamente un mercato delle particole consacrate. Quando i satanisti ne vengono in possesso le utilizzano nei loro riti. Le ostie vengono punzecchiate con degli aghi, un gesto rivolto a Dio. Un gesto dissennato. I Colli Euganei si adattano bene per celare queste celebrazioni. Mi dispiace apprendere che accadano ancora episodi come questo. Chi tenta di appropriarsi delle particole consacrate o è un adepto o lo fa per ricevere un compenso. A mio parere viene scelto un santuario perché c'è più gente, una maggiore frequentazione. Nella chiesa di parrocchia è davvero insolito vedere delle facce nuove. E quindi chi entra in una piccola chiesa per la prima volta viene tenuto d'occhio. Mi piange il cuore sentire queste notizie". Don Zampieri ha festeggiato da pochi giorni i 45 anni dalla sua ordinazione sacerdotale. Una lunga vita pastorale che gli ha fatto conoscere molte e diverse realtà.
Gazzettino - 13/05/2003
Abano Terme
Ancora nessuna novità nelle indagini dei carabinieri per il furto della reliquia della Beata suor Liduina Meneguzzi, rubata sabato scorso dalla chiesa parrocchiale di Giarre.
Tra le persone contattate negli ultimi due giorni dai militari di Abano ci sarebbe anche un prete la cui identità viene per il momento mantenuta top secret e che, secondo gli investigatori, potrebbe avere conoscenze preziose nel mondo dei balordi che gravitano attorno alle parrocchie. Che il prete in questione sia anche esperto di riti satanici e messe nere, come era stato detto dalle suore di Giarre, è una notizia non confermata da fonti ufficiali. Non è stata comunque accantonata l'ipotesi investigativa del gesto compiuto su commissione come prova di forza e di coraggio, una sorta di "iniziazione" per guadagnarsi l'ingresso in una setta satanica. A parlarne per primo era stato il parroco della frazione aponense, don Vittorino Fiorin che, subito dopo essersi accorto della mancanza, aveva chiaramente espresso la sua convinzione che il o i responsabili dell'atto sacrilego andassero ricercati negli ambienti oscuri e misteriosi legati al satanismo. E ancora fino a ieri il prete non aveva dubbi. "Ne sono sempre più convinto, non riesco a trovare un altro motivo valido". Per il momento le indagini non avrebbero portato, però, a nulla di concreto in questa direzione e nessuna pista viene ovviamente ancora esclusa dagli investigatori di Abano. Da tre giorni i carabinieri stanno ascoltando una serie di persone che, per i motivi più diversi, potrebbero aggiungere qualche elemento utile nella difficile ricerca della vertebra della religiosa. Quelli su cui lavorare sono indubbiamente pochi allo stato attuale delle cose. I due principali indiziati, una ragazza nomade e un signore entrati in chiesa a distanza di circa un'ora l'una dall'altro potrebbero non essere stati gli unici a farlo, considerando che la parrocchia è rimasta aperta e incustodita per qualche tempo. Sicuramente in maniera negativa ha poi influito sulle indagini il fatto che i carabinieri siano stati avvertiti soltanto due ore dopo la triste scoperta. Tempo prezioso che poteva essere sfruttato dai militari e che invece ha giocato solo a favore del ladro.Si lavora anche sull'ipotesi del furto finalizzato a riempire la bacheca di qualche collezionista di reliquie e naturalmente sull'idea che si sia trattato di un gesto di qualche disperato che pensava di ricavarne chissà che cosa.Ma in molti, non solo don Vittorino, sono sicuri che siamo di fronte ad un atto volutamente blasfemo. Già in passato sui Colli Euganei ci sono stati ritrovamenti di candele e lumini in alcuni ruderi, che hanno fatto pensare subito alla possibilità che in quei luoghi vengano svolte messe nere. Molti frequentatori della zona, inoltre, indicano l'ex monastero degli Olivetani sul Monte Venda come uno dei posti preferiti per le riunioni dei seguaci del satanismo.
Roberta Benedetto
01/08/2007
Selvazzano, nell'ex Seminario il tempio delle messe nere
Incredibile scoperta all’interno del complesso ormai completamente in balìa dell’illegalità. Al terzo piano di un blocco che fino al 2000 ospitava i futuri sacerdoti hanno trovato rifugio invece gli adoratori di Satana, con tanto di pagine del vangelo strappate, un pentacolo disegnato sul pavimento, la scritta "666" sparsa sui muri con la vernice spray
di Luisa Morbiato
Il diavolo e l'acqua santa. Pagine del vangelo strappate e pentacolo disegnato sul pavimento. Sono davvero tante le sorprese che riservano i sei edifici, collegati da lunghissimi corridoi, che formano il complesso dell'ex Seminario. Al terzo piano di un blocco che fino al 2000 ospitava i futuri sacerdoti hanno trovato rifugio invece gli adoratori di Satana. Seguendo delle scritte vergate con la bomboletta spray fin dal piano terra, muri e colonne marchiate con il «666», il numero della bestia, vicine a macchie di vernice rossa, a maschere forse usate nei riti per evocare il diavolo, si sale fino al terzo piano. Si percorre un lungo corridoio sul quale si affacciano aule devastate, una lunga teoria di armadi dove un tempo i giovani aspiranti sacerdoti avevano le loro stanze, locali da bagno dove sono ormai rimaste solo le mattonelle a testimoniare l'antica funzione.
Un dedalo di passaggi che porta a una stanza che, ignoti, hanno attrezzato a sala per compiere messe nere e riti di magia. Sulle pareti scritte in inglese che inneggiano alla «venuta dell'angelo nero», sul pavimento è disegnato un grande pentacolo, la stella a cinque punte è inserita in un cerchio contornato da simboli magici. Sul fondo una cattedra è stata trasformata in tavolo-altare e dietro una poltrona nera, decorata col «666», è diventata il trono dell'officiante dei riti. Le vetrate che formano la parete esterna della stanza sono parzialmente coperte con dei drappi incrociati sui quali ricompare il numero del diavolo e la sua immagine stilizzata. Il profilo di Lucifero compare anche sulle pareti e gli anonimi disegnatori gli hanno conferito uno sguardo acuto e pungente che sembra seguire le persone che si muovono all'interno della stanza dove, molto probabilmente, i membri di una setta di adoratori si sono riuniti più volte per evocarlo.
Nella luce smorzata dai grandi tendaggi mancano solo le luci tremule delle candele a ricreare l'atmosfera: fissando le scritte sembra di sentire l'eco di voci che invocano il potere che può loro conferire Asmodeo, Belzebù, Belfagor, Mefisatofele, Astarotte per non citare che quelli più conosciuti tra i tanti appellativi con i quali viene chiamato ciò che la Chiesa identifica nel Male. Osservando il locale così addobbato non si può non udire echi ormai spenti di voci che invece cantavano negli stessi luoghi gli inni di gloria al Signore in una delle cappelle non lontane dalla «stanza nera». Un contrasto che mette i brividi e riempie il cuore di tristezza: vedere i testi degli inni sacri abbandonati nelle stanze, pagine contenenti le parole sante di Bibbia e Vangelo buttate sul pavimento con impresse sopra le orme di scarpe sacrileghe che le hanno utilizzate proprio per lo scopo contrario a quello per cui sono state diffuse e divulgate.
Un altro colpo alla fede di tante famiglie che negli anni '60 si sono tassate di circa tremila lire a nucleo per poter costruire l'immenso complesso, come riporta l'organo diocesano del tempo «La Difesa del Popolo», per permettere a tanti giovani, ormai sacerdoti da decenni di diventare i pastori delle loro anime. Tutto negli edifici trasmette un senso di abbandono e devastazione, e suscita anche rabbia per l'incuria che fa scoprire in un'altra stanza un prezioso archivio fotografico, un patrimonio storico che contiene anche numerose immagini d'epoca di monumenti italiani. Lì vicino ci sono cataste di banchi sui quali molti futuri sacerdoti, «I preti del 2000» recitava a titoli cubitali sempre il settimanale diocesano dell'ormai lontano 1969, sono stati ore e ore chini sui libri. Fatiche i cui frutti si possono controllare, sulle scale, nelle aule e lungo i corridoi, dove giacciono abbandonati i registri di classe, con i nomi degli allievi, i voti riportati, ma anche i libretti con le note personali. Banchi e sedie lasciati al degrado che, in molti casi, osservati da vicino sembrano ancora pienamente utilizzabili.
Lungo i corridoi lunghissimi pellicole fotografiche, ricordi di gite, di riunioni, coppe meritate per vittorie sportive, un tempo innalzate per festeggiare, ora sono a terra lasciate ad arrugginire. Nella chiesa sconsacrata il tabernacolo ha perso un'anta, la nicchia che un tempo custodiva il corpo di Gesù ora è piena di ragnatele, la sporcizia regna sovrana, i mattoni che delimitavano l'altare creando un particolare effetto sono a terra assieme al leggio dove venivano appoggiati i testi sacri. Carcasse di volatili morti sono sparse sul pavimento, molto probabilmente si tratta degli animali impagliati che facevano bella mostra di sè nel laboratorio di scienze dove la raccolta di pigne si è mescolata a quella delle conchiglie adagiate sulla sabbia, creando un innaturale effetto mare-montagna. Anche le apparecchiature delle aule di musica sono state spogliate, rimangono gli scheletri in alluminio, che ospitavano registratori, mixer e altra strumentazione e che adesso si innalzano in mezzo a stanze vuote. Guardiani del nulla e della devastazione.
ALLARME SETTE Ancora un inquietante episodio nei pressi del canile comunale in località Gogna
Sacrificata una capretta a Satana
L’associazione "100% animalisti" non ha dubbi e dichiara guerra aperta ai "maledetti senza scrupoli"
Vicenza - Prende sempre più corpo l'ombra delle sette sataniche nei pressi del canile municipale in località Gogna. A denunciare gli ultimi inquietanti episodi è l'associazione "100% animalisti" che ha dichiarato guerra aperta a coloro che non esita a definire "maledetti senza scrupoli". Dopo le sevizie denunciate al nostro giornale dai volontari dell'Enpa, che alla fine di febbraio hanno rinvenuto un gatto orribilmente torturato, ora è un altro sodalizio animalista a puntare il dito contro il fenomeno: bestioline indifese vittime di riti sacrificali non bene individuati. Cani, gatti e ora le capre: «Ieri mattina i nostri attivisti vicentini - spiega il presidente Paolo Mocavero - hanno fatto un'altra atroce scoperta: di fronte all'abitazione della "gattara" è stato ritrovato il teschio in decomposizione di una capretta. La zampa l'avevano lasciata come monito a poca distanza».
San Bellino, l'incubo delle messe nere
Sei candele colorate consumate a metà, e i resti di due uccelli (forse gazze) orrendamente martoriati. In mezzo a spicchi d'arancio e fette di mela marci, avanzi di carne di maiale, di patate e di popcorn. Sono i resti di un macabro rito?
Questo è più che un sospetto da parte degli inquirenti che hanno sequestrato la scatola di cartone e il suo inquitente contenuto. Tanto più che alcuni giorni fa, nella stessa via Jacopo della Quercia, aSan Bellino, poche decine di metri, era stato scoperto il corpicino di un gatto, barbaramente ammazzato, sbudellato e con una zampa tranciata. Uno choc per la proprietaria della bestiola, che se l'era ritrovata in quelle condizioni sotto casa. Ora l'episodio viene ovviamente ricollegato a quanto e stato rinvenuto dalla polizia l'altra sera, probabile testimonianza che animali ed uccelli vengano ammazzati e martoriati nel corso di messe sataniche, usati come oggetto di sacrificio o come messinscena per riti esoterici.
Immergiti nell'oscurità con il primo trailer ufficiale di "Loro", un lungometraggio amatoriale che esplora i confini tra realtà e incubo. Misteri irrisolti, atmosfere inquietanti e una tensione palpabile ti accompagneranno in un viaggio che svelerà verità sconvolgenti. Scopri un'anteprima dell'opera che unisce passione, suspense e un'intensa narrativa visiva.
Il secondo trailer di "Loro" ti porterà ancora più a fondo nei segreti che avvolgono questa storia inquietante. Nuove scene, tensione crescente e dettagli che lasciano spazio a mille domande. Preparatevi a scoprire frammenti di un mistero che non lascia scampo, dove ogni scelta potrebbe rivelarsi fatale.
Loro viene recensito su "Il Mattino di Padova" edizione del 30/01/2009 pag. 30
Loro viene recensito da "Alex Visani".
Grande sforzo produttivo per la G.A .L.P. (Gruppo Amatoriale Lungometraggi Padova) che già nel 2004 aveva realizzato il lungometraggio “Undead” e che questa volta si presenta con un prodotto exploitativo e non privo di azzeccate atmosfere. In un paesino del nord Italia avvengono misteriosi omicidi e sparizioni. Si parla di sette sataniche e vendette, ma gli autori dei delitti sembrano inafferrabili. Un investigatore viene inviato sul posto per far luce sugli accadimenti. Finirà inesorabilmente invischiato in una ragnatela di morte e tradimenti. Sfruttare la tematica delle sette sataniche, che hanno spesso occupato pagine di cronaca nera italiana degli ultimi anni, è coraggioso e difficile e Scucciari (produttore) e Rabacchin (regista) hanno fatto del loro meglio per creare un film-documentario che alterna narrazione classica a testimonianze (ricostruite) di stampo quasi giornalistico. Dalla sua “Loro” ha una buona atmosfera e delle location desolate che spesso riescono a creare un alone opprimente, nonché un grande impegno nel gestire un cast particolarmente ampio, con pochi mezzi tecnici a disposizione. Sicuramente l'approssimazione, in alcuni punti, della confezione nonché i dialoghi decisamente sopra le righe non permettono al prodotto finale di risultare fluido e totalmente convincente. Effetti speciali artigianali, che vantano almeno un paio di momenti di valido impatto visivo, qualche ritocco in CG di discreta fattura e musiche (a volte invadenti) scelte con cura forniscono altri elementi validi per quest'opera, mi ripeto, ammirevole per il suo grande impegno produttivo e creativo. Ciò che manca è il tasso tecnico, ancora piuttosto altalenante qualitativamente, e la capacità di evitare alcune ingenuità che fanno perdere spessore al film stesso. Non avrebbe guastato di sicuro uno sviluppo, previo maggior studio e maggior approfondimento, più dettagliato ed accurato della tematica delle sette. Già annunciato il sequel.
Voto 6.5
"Loro" è una produzione del GALP del 2009, ispirato alle reali vicende legate alle sette sataniche tristemente note negli ultimi anni. La storia è quella di un investigatore privato che si trova ad indagare su alcuni omicidi legati da una misteriosa macabra ritualità. La sua ricerca porterà avanti una sorta di doppio filo conduttore, sempre legate alle diverse reattività delle persone. Da un lato, infatti, la gente è stanca di vivere senza poter denunciare i fatti che accadono sulle colline (omicidi, rituali satanici): dall'altra la paura e l'istinto di sopravvivenza la spingono ad una monolitica e drammatica omertà. Le colline nei pressi di Padova sono frequentate da uomini incappucciati. "Loro" non è altro, in fondo, che una ricerca spietata su un estremismo.
La setta, in particolare, assomiglia in questo film alla "cosa" carpenteriana: nessuno sa dove sia, ma tragicamente tutti sanno di poterne "ereditare" un pezzo. La fiducia di ognuno di noi verso i propri simili, in questo modo, diventa qualcosa di improprio, fuorviante, quasi ridicolo data la potenza persuasiva e la diffusione capillare del fenomeno.
Il velo di paura sembra nel frattempo volersi squarciare nei cuori degli abitanti, che si rivolgono in maniera sempre più incessante all'investigatore, consegnadogli una serie di cassette in cui la setta usa riprendere le sevizie commesse sulle vittime prima di provocarne il suicidio. A questo si aggiungono i soliti ficcanaso che - come in ogni film del genere - si trovano al posto sbagliato al momento sbagliato, e il quadro di malvagità è completo. Malvagità sottolineata, peraltro, da alcuni dettagli come l'eleganza degli incappucciati, che ne lascia intendere senza retorica l'essere benestanti.
Un tocco di cinema "amatoriale" decisamente apprezzabile, anche perchè fa emergere un (realistico e) macabro voyerismo nel volere a tutti i costi filmare il sangue, le prove dei delitti, le tracce di rituali crudeli. Anche a costo della propria vita, in svariati crescendo davvero inquietanti. Un tocco di voyerismo da "big brother" che sembra aver colpito, ad esempio, anche l'ultimo Romero.
"Loro" si snoda in una prima parte abbastanza lenta, per poi correre improvvisamente in un finale ispiratissimo evidentemente alla struttura degli horror "cult" anni 80. Un finale, peraltro, pesantemente ambiguo e carico di pessimismo. Molto belle le trovate splatter, alcune delle quali decisamente fuori dalle righe (i resti della ragazza indotta al suicidio sotto il treno, su tutte), realizzate con cura e perizia.
L'ambientazione è quasi interamente incentrata nelle colline della zona, in cui bastano le inquadrature in camera fissa per qualche secondo di troppo per indurre nello spettatore un forte senso di disagio, paura, alienazione. Tra i difetti del film, ho notato che alcune comparsate sono probabilmente, se non poco credibili, quantomeno prive del mordente necessario a conferire una adeguata inquietudine nello spettatore. Tuttavia dopo aver visto l'intera opera, ci si può serenamente (!) ricredere e trascurare questo fatto, dato l'impegno evidente proferito nella sceneggiatura, nelle ambientazioni e nella storia stessa. Il messaggio passa forte e chiaro.
Un'opera, quella realizzata dal GALP, con tutti i limiti dei b-movie e tutti i pregi dell'attitudine sincera di chi fa cinema per passione e non per fare passerella.
Una coltre di mistero aleggia intorno a un paesino del nord Italia, strane sparizioni stanno ridestando gli abitanti dal loro torpore. Voci trapelano narrando di sette sataniche, sussurri nel silenzio si insinuano sino a concretizzare dubbi in certezze. La paura serpeggia e un investigatore si reca sul posto per cercare di squarciare il velo del terrore, ma la tela sembra avvilupparlo mortalmente.
LORO rappresenta una malata incursione all’interno di un sottobosco di cronaca nera che da sempre invade la nostra penisola, specialmente in alcune località del nord. Il film incrocia la fiction con lo stile documentaristico proprio per calcare maggiormente questi rimandi ai fatti reali, utilizzando uno stile asciutto e claustrofobico che tratteggia dei contorni originali e poco esplorati, specialmente considerandone le potenzialità.
Notevole preparazione per la G.A.L.P. (Gruppo Amatoriale Lungometraggi Padova), già firmataria del lungometraggio UNDEAD del 2004, capace di imbastire un plot di sicuro interesse ma ancora non pronta a compiere il balzo in grado di spingerla oltre la linea di confine dell’underground. La trama risente della mancanza di un exploit finale specialmente perché si carica di elementi, di indizi, ma manca in dettaglio e approfondimento, sembrando scorrere lungo un filo pre-impostato che non prevede scossoni.
Gli effetti speciali sono più che discreti e riescono nell’intento mentre, per quanto riguarda il cast, come nella stragrande maggioranza dei prodotti indipendente italiani, i caratteristi sono più che volenterosi ma traballano nella dizione e in alcune forzature di sceneggiatura. Sicuramente dare più libertà di movimento agli attori aiuterebbe a montare una messa in scena più veritiera, quanto mai in lavori come questi per cui la resa realistica diventa perno intorno a cui far ruotare le immagini.
Di certo Federico Rabacchin e Marco Scucciari sono stati coraggiosi e minuziosi nelle scelte, infatti LORO scorre via piacevolmente lungo tutti i 100 minuti di durata, quello che ancora manca è una vera e propria dovizia tecnica, che il duo potrà assimilare col tempo. Le premesse ci sono tutte.
VOTO: 6/10
ENTR'ACTE Intervista Radiofonica di Deborah Ugolini.
Giovanissimi cineasti padovani si sono cimentati in un film che segue le vicende/leggende legate ai gruppi satanici nella zona dei Colli Euganei
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