Corto GALP 2014

Vincitori Corto GALP 2014


La G.A.L.P. desidera esprimere il proprio sincero ringraziamento a tutti i partecipanti del concorso e formulare i più vivi complimenti ai finalisti, che hanno suscitato la nostra attenzione con le loro opere.

Anche in questa edizione, la selezione dei cortometraggi è stata particolarmente rigorosa, con l’obiettivo di dare visibilità esclusivamente a lavori meritevoli e in linea con i criteri stabiliti.

Come di consueto, molti dei titoli pervenuti non rispecchiavano appieno il genere richiesto, confermando la necessità di una selezione sempre più attenta e mirata.

Classificato
La Lunga Notte di Victor Kowalsky” di Stefano Poggioni


Classificato
Gli Uccisori" di Giovanni Paolucci


3° Classificato
Rovi" di Liberto Savoca e Francesca Rizzato


1a Menzione Speciale
Pollice Verde" di Paolo Radi


2a Menzione Speciale
Ombre Nella Memoria" di Annamaria Lorusso

La Lunga Notte Di Victor Kowalsky

La Lunga Notte Di Victor Kowalsky (2013)

Regia: Stefano Poggioni

Durata: 30′ 00″
Genere: Horror/Thriller
Audio: Dolby Stereo AC3/2
Rapporto Immagine: 16:9
Sottotitoli: No

Produzione: Essi Girano, The Factory Pro
Autori Sceneggiatura: Stefano Poggioni, Alessio Poggioni, Elena Poggioni
Anno di Produzione: 2013
Fotografia: Claudia Cataldi
Musiche: Wassilij Kropotkin
Montaggio: Stefano Poggioni, Alessio Poggioni

Attori Principali: Cristiano Burgio, Ferdinando Ferrini, Luca Massaroli, Luciano Nelli

Budget: 2500 €
Concorso: "Corto GALP 2014"
Categoria: Horror-Thriller

“1° Classificato” Corto GALP 2014

Sinossi

Victor Kowalski è a letto tormentato dagli incubi del suo passato. E’ solo, immerso in una stanza maleodorante w sporca, accerchiato dagli spettri di una profonda follia che nasce da un senso di colpa presente e assordante come un ronzio continuo. Mentre Victor passa da un sogno all’altro,alla ricerca di una via d’uscita, istanti del passato riaffiorano pian piano, dipanando la tela di un evento che ha cambiato per sempre la sua vita. A prendere forma e’ la sua fragilità schizofrenica e malata, che lo porterà a cercare una soluzione drastica all’atroce angoscia che lo attanaglia.

Valutazione

Stefano Poggioni ci propone un mediometraggio dai toni surreali, un intricato viaggio tra incubi e realtà che culmina in una rivelazione angosciante e spietata. Gli incubi che tormentano il protagonista sono il fulcro della narrazione, la chiave per svelare gradualmente la storia nella sua interezza.

Il mediometraggio si presenta come una retrospettiva paranoica della psiche del personaggio principale, intento a far emergere, in maniera brutale, l’enigma che lo consuma. Il senso di colpa, percepibile in ogni scena e magnificamente trasmesso allo spettatore, si manifesta con forza nelle sequenze finali, quando Victor scopre e rivive l'origine del suo tormento perpetuo.

L’opera richiama per natura il film Una pura formalità di Giuseppe Tornatore: in entrambi i casi, il protagonista prende consapevolezza della propria realtà solo dopo aver espiato le proprie colpe.

Cristiano Burgio, nel ruolo di Victor, offre un’interpretazione straordinaria, trasmettendo con maestria l’angoscia e il terrore che permeano l’intera narrazione. La sua recitazione coinvolge lo spettatore, rendendo tangibile il conflitto interiore del personaggio.

L’atmosfera cupa è perfettamente resa grazie a una fotografia desaturata, spesso al limite della perdita di cromia, che avvolge l’intero girato in una coerenza stilistica impeccabile. Le ambientazioni, logore e spettrali, arricchiscono l’opera, contribuendo a creare un incubo visivo e narrativo che lascia il segno. Anche il comparto sonoro, tra effetti e musiche, è gestito in modo eccellente, accentuando il disagio e lo sconforto del protagonista e, di riflesso, dello spettatore. Un esempio emblematico è il suono del televisore fuori fase che accompagna i primi 10 minuti del mediometraggio: un utilizzo intelligente del rumore bianco, che amplifica l’atmosfera onirica senza distrarre o infastidire.

Le inquadrature, suggestive e attentamente studiate, risultano mai banali, con scelte stilistiche che colpiscono per efficacia e originalità. Particolarmente interessante l'inquadratura al venticinquesimo minuto, che dimostra il talento visivo del regista.

Con questa opera accattivante e tecnicamente curata, Stefano Poggioni dimostra il suo potenziale creativo e tecnico, lasciandoci con l’aspettativa di future produzioni altrettanto incisive. Un incubo ad occhi aperti è un mediometraggio che sa come coinvolgere e inquietare, un’esperienza che rimane impressa nello spettatore.

TECNICA DI RIPRESA: 8/10
SCENOGRAFIA: 8/10
RECITAZIONE: 9/10
AUDIO: 7/10
COLONNA SONORA: 7/10
EFFETTI CG: 7/10
TRUCCO – MAKE-UP: 8/10
MONTAGGIO: 7/10
PRESENTAZIONE PRODOTTO: 8/10
ORIGINALITA’ – IDEA – NOTA DELLA GIURIA: 8/10
VALUTAZIONE GLOBALE: 7,7

link trailer

Gli Uccisori

Gli Uccisori (2014)

Regia: Giovanni Paolucci

Durata: 20′ 00″
Genere: Noir
Audio: Stereo
Rapporto Immagine: 16:9
Sottotitoli: No

Produzione: Martingala
Autori Sceneggiatura: Giovanni Paolucci
Anno di Produzione: 2014
Fotografia: Giosuè d'Andrea
Musiche: Gomer
Montaggio: Giovanni Paolucci

Attori Principali: Pietro Ragusa, Marco Foschi, Giovanni Calcagno

Budget: 2500 €
Concorso: "Corto GALP 2014"
Categoria: Giallo-Thriller

“2° Classificato” Corto GALP 2014

Sinossi

Gli Uccisori è un noir ambientato nei primi decenni del 900. Due Sicari, Max e Al, entrano da Henry’s,la tavola calda gestita da George. Stanno cercando l’olandese,vogliono ucciderlo. I personaggi che si muovono nella piccola città di Summit vivono nell’ombra di un cielo cupo, ognuno con la sua personale difesa, un proprio distacco, per sopportare il peso di una vita senza via d’uscita. Solo Nick, il ragazzo che lavora alla locanda, sembra volersi ribellare alla muta accettazione di una realtà di paura e violenza e nonostante tutto continua a lanciare il proprio sguardo alla ricerca di una nuova luce.

Valutazione

Giovanni Paolucci si cimenta con questo mediometraggio, liberamente ispirato al racconto The Killers di Ernest Hemingway. Contrariamente al trend attuale, che privilegia l’uso di macchine fotografiche digitali, Paolucci opta per girare l’intera opera su pellicola 16 mm, regalando una fotografia in bianco e nero di grande impatto, arricchita da una naturale granulosità che si sposa perfettamente con l’ambientazione e l’epoca della storia (primi del Novecento).

Il mediometraggio si presenta come un racconto noir, con una trama articolata su più piani narrativi. Diversi protagonisti emergono come punti di interesse, mentre l’opera si conclude con un finale inaspettato. L’uso delle luci è sapiente e contribuisce significativamente alla qualità della fotografia, esaltando il bianco e nero con contrasti efficaci e atmosfere suggestive.

Le inquadrature sono attentamente studiate, con piani di ripresa che catturano lo spettatore e lente zoomate che aggiungono enfasi ai dialoghi principali. Tuttavia, si nota un lieve accavallamento nei dialoghi al minuto 12:16, che potrebbe essere migliorato.

L’interpretazione degli attori è complessivamente buona, sostenendo efficacemente la narrazione. L’opera si apre con un incipit convincente, ma perde leggermente di mordente nella seconda parte, probabilmente a causa di una maggiore staticità nei campi di ripresa o per un naturale appesantimento del dialogo narrativo.

Gli abiti di scena e le location sono accuratamente selezionati e ben si accordano con l’epoca e il tema dell’opera, contribuendo a creare un’atmosfera credibile e immersiva.

Con Gli Uccisori, Giovanni Paolucci dimostra coraggio e talento, realizzando un noir che si distingue per stile e cura. Un’opera ben riuscita che merita un plauso per l’originalità e la maestria con cui è stata realizzata.

TECNICA DI RIPRESA: 8/10
SCENOGRAFIA: 8/10
RECITAZIONE: 9/10
AUDIO: 8/10
COLONNA SONORA: 6/10
EFFETTI CG: /
TRUCCO – MAKE-UP: /
MONTAGGIO: 8/10
PRESENTAZIONE PRODOTTO: 7/10
ORIGINALITA’ – IDEA – NOTA DELLA GIURIA: 5/10
VALUTAZIONE GLOBALE: 7,3

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Rovi

Rovi (2012)

Regia: Liberto Savoca e Francesca Rizzato

Durata: 03′ 35″
Genere: Thriller
Audio: Stereo
Rapporto Immagine: 4:3
Sottotitoli: No

Produzione: Frozen Lake Movie Production
Autori Sceneggiatura: Liberto Savoca, Francesca Rizzato
Anno di Produzione: 2012
Fotografia: Francesca Rizzato, Liberto Savoca
Musiche: Francesca Rizzato
Montaggio: Liberto Savoca, Francesca Rizzato

Attori Principali: Liberto Savoca, Manolo Rizzato, Francesca Rizzato

Budget: 0 €
Concorso: "Corto GALP 2014"
Categoria: Horror-Thriller

“3° Classificato” Corto GALP 2014

Sinossi

Un ragazzo corre in un bosco, sembra stia scappando da qualcosa, o da qualcuno.

Valutazione

La Frozen Lake Movie Production torna a farsi notare nel nostro concorso, dopo i successi di Nemesi, Proprietà Privata e Il Conflitto del Buio. Questa volta presenta un cortometraggio breve, della durata di 3 minuti e 35 secondi, che si distingue per uno stile particolarmente originale.

L’atmosfera è sapientemente costruita attraverso una palette cromatica dominata da tonalità fredde, con blu e verde che avvolgono l’opera in un’aura quasi onirica. La trama propone una situazione intrigante, in cui i protagonisti sono coinvolti in un letale gioco di nascondino. Tuttavia, la brevità del cortometraggio sembra puntare maggiormente sull’impatto visivo e sulla suggestione, lasciando ampio spazio all’interpretazione dello spettatore.

Dal punto di vista tecnico, si nota un netto miglioramento per il duo Savoca-Rizzato, sia nella qualità delle riprese che nella scelta delle inquadrature. La colonna sonora risulta ben integrata, sostenendo efficacemente il senso di suspense che permea l’intero girato.

Un’opera complessivamente riuscita, con un’idea originale e una realizzazione che lascia il segno.

TECNICA DI RIPRESA: 7/10
SCENOGRAFIA: 6/10
RECITAZIONE: 5/10
AUDIO: 6/10
COLONNA SONORA: 6/10
EFFETTI CG: /
TRUCCO – MAKE-UP: /
MONTAGGIO: 6/10
PRESENTAZIONE PRODOTTO: 7/10
ORIGINALITA’ – IDEA – NOTA DELLA GIURIA: 6/10
VALUTAZIONE GLOBALE: 6,1

Pollice Verde

Pollice Verde (2013)

Regia: Paolo Radi

Durata: 16′ 55″
Genere: Thriller
Audio: Dolby Stereo AC3/2
Rapporto Immagine: 16:9
Sottotitoli: No

Produzione: I.T.C. Brmante Pictures
Autori Sceneggiatura: Paolo Radi
Anno di Produzione: 2013
Fotografia: Paolo Radi
Musiche: a.v.
Montaggio: Fabrizio Colonesi

Attori Principali: Matteo Rado Mile, Gloria Miglietta, Giorgio CartaFabio Fornero

Budget: 450 €
Concorso: "Corto GALP 2014"
Categoria: Giallo-Thriller

“Menzione Speciale” Corto GALP 2014

Sinossi

Un terrorista di cui all’inizio non si conosce l’identità, sappiamo solo che si chiama Ismail 43, è fuggito dall’Afghanistan per compiere un attentato al Conservatorio di Pesaro, nel giorno in cui ci sarà la visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

A Roma si incontrano strani individui, un agente segreto Afghano, una giovane agente della Cia, Joyce e il Capitano dei Servizi Segreti Giorgio Carta. Joyce chiede aiuto al Capitano Carta per poter sventare l’attacco terroristico.

Il Capitano titubante fa capire che è disponibile al momento un giovane “Ardito Incursore di Marina” che non ha ancora completato l’addestrato: Marco Solo.

L’azione da Roma si svolge a Pesaro. Dopo mesi di prova i giovani musicisti si preparano per il gran giorno, suoneranno per il giorno dell’arrivo del Presidente l’opera rossiniana, “l’Italiana in Algeri.”

Mentre il Professore spiega ai giovani il lavoro svolto, e, riassume alcune particolarità di Rossini, si presenta alla lezione il giovane agente del Comsubin sotto le mentite spogli di Marco Solo, un giovane musicista.

Marco dice di essere arrivato in ritardo perché per un disguido la segreteria dell’Istituto non gli aveva comunicato in tempo l’accettazione al seminario su Rossini e di conseguenza l’opportunità di suonare in vista della visita presidenziale.

Finita la lezione Marco fa amicizia con Luna, una giovane musicista araba. Fra loro sembra nascere una certa simpatia.

Il giorno dell’attentato Marco non ha ancora capito chi possa essere il giovane attentatore, ha un’intuizione, una frase pronunciata il giorno prima da Luna lo fa riflettere: “ domani suoneremo l’Italiana a Tangeri”.

Capisce immediatamente l’identità di Ismail 43. Non sveliamo altro. L’azione prosegue a Viterbo dove una giovane donna, un agente segreto di un non meglio identificato paese, ci fa capire che ci saranno altri attentati.

I titoli di coda spiegano allo spettatore che la storia è vera e che lo sceneggiatore si è ispirato a un fatto realmente accaduto, le fonti? I dispacci militari statunitensi.

Valutazione

Paolo Radi torna al Corto GALP, già noto per le sue partecipazioni nelle edizioni precedenti con The Software e The Five Dragons.

Con Police Verde, il regista dimostra un notevole miglioramento stilistico e tecnico rispetto ai suoi lavori precedenti, segnando un importante passo avanti nella sua evoluzione artistica. Il cortometraggio affronta tematiche di grande valore e attualità, sostenute dalla collaborazione attiva degli studenti dell’Istituto I.T.C. Bramante di Pesaro, un progetto che merita certamente una menzione speciale.

Come sempre, le valutazioni della GALP mirano a offrire critiche costruttive, al fine di indicare possibili miglioramenti e incoraggiare una continua crescita artistica e tecnica. Riconosciamo l’impegno costante di Radi nel perfezionarsi anno dopo anno, e invitiamo il regista a proseguire su questa strada, tenendo presente alcuni suggerimenti per future produzioni:

Dinamismo nei campi di ripresa: migliorare la varietà e il movimento nelle inquadrature, specialmente durante i lunghi dialoghi (come nella scena al 6° minuto).
Stabilità della camera: prestare maggiore attenzione ai movimenti involontari della camera, come quelli riscontrati durante una dissolvenza al minuto 6:30.
Qualità audio: ridoppiare i dialoghi in ambienti acusticamente idonei per ridurre la risonanza e garantire una migliore chiarezza del parlato.
Un plauso sincero va a Paolo Radi e al team di giovani collaboratori per l’impegno e la dedizione dimostrati. Police Verde rappresenta un’importante tappa nel percorso di crescita del regista e lascia ben sperare per i suoi futuri lavori.

TECNICA DI RIPRESA: 6/10
SCENOGRAFIA: 5/10
RECITAZIONE: 6/10
AUDIO: 4/10
COLONNA SONORA: 5/10
EFFETTI CG: /
TRUCCO – MAKE-UP: /
MONTAGGIO: 5/10
PRESENTAZIONE PRODOTTO: 8/10
ORIGINALITA’ – IDEA – NOTA DELLA GIURIA: 6/10
VALUTAZIONE GLOBALE: 5,5

Ombre Nella Memoria

Ombre Nella Memoria (2014)

Regia: Annamaria Lorusso

Durata: 17′ 3″
Genere: Thriller
Audio: Stereo
Rapporto Immagine: 16:9
Sottotitoli: No

Produzione: Annamaria Lorusso
Autori Sceneggiatura: Annamaria Lorusso
Fotografia: Stefano Pollastro
Musiche: v.a.
Montaggio: Gino Rami

Attori Principali: Roberto D’Antona, Greta Armenise

Budget: 700 €
Concorso: "Corto GALP 2014"
Categoria: Giallo-Thriller

“Menzione Speciale” Corto GALP 2014

Sinossi

“Ci sono ferite che non possono essere cancellate” Un uomo non riesce più a vivere bene a causa di un imprecisato shock. Questo porterà l’uomo a tormentare una giovane ragazza e la sua mente comincerà a giocargli brutti scherzi.

Valutazione

Progetto interessante che ha catturato la nostra attenzione, meritandosi una menzione speciale. Annamaria Lorusso, regista di questo cortometraggio, propone una sceneggiatura di rilievo. La storia, mai banale, riflette tematiche profonde e rappresentative del degrado sociale che la nostra civiltà sta attraversando.

Dal punto di vista tecnico, la ripresa risulta a tratti poco dinamica, in particolare nella prima parte del corto. Le inquadrature fisse tendono ad appesantire la narrazione, sebbene alcuni spunti visivi siano davvero suggestivi.

Il comparto audio è migliorabile: la presa diretta mostra i suoi limiti, e l’effetto sonoro utilizzato durante la comparsa dell’ascia (minuti 3:56 e 10:43) risulta fuori luogo e avrebbe potuto essere evitato. La colonna sonora, invece, è azzeccata solo in determinati passaggi.

Degna di nota è l’interpretazione di Roberto D’Antona, che riesce a trasmettere con efficacia un’ampia gamma di emozioni al pubblico.

Un elemento che ha destato perplessità è la scelta di utilizzare una barba finta per il protagonista. Purtroppo, l’effetto risulta eccessivamente evidente, penalizzando la resa complessiva del personaggio. L’invecchiamento e lo stato di degrado avrebbero potuto essere ricreati in modo più efficace.

Il montaggio è piacevole, con un uso ben riuscito dei flashback per dislocare temporalmente gli eventi.

Annamaria Lorusso dimostra buone capacità di regia e una spiccata propensione per idee interessanti e ricche di spessore. Con ulteriori affinamenti e maggiore attenzione ai dettagli tecnici, siamo certi che potrà proporre lavori di grande valore.

TECNICA DI RIPRESA: 6/10
SCENOGRAFIA: 5/10
RECITAZIONE: 7/10
AUDIO: 5/10
COLONNA SONORA: 5/10
EFFETTI CG: /
TRUCCO – MAKE-UP: 3/10
MONTAGGIO: 6/10
PRESENTAZIONE PRODOTTO: 3/10
ORIGINALITA’ – IDEA – NOTA DELLA GIURIA: 6/10
VALUTAZIONE GLOBALE: 5,2

Link Trailer


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