Una coltre di mistero aleggia intorno a un paesino del nord Italia, strane sparizioni stanno ridestando gli abitanti dal loro torpore. Voci trapelano narrando di sette sataniche, sussurri nel silenzio si insinuano sino a concretizzare dubbi in certezze. La paura serpeggia e un investigatore si reca sul posto per cercare di squarciare il velo del terrore, ma la tela sembra avvilupparlo mortalmente.
LORO rappresenta una malata incursione all’interno di un sottobosco di cronaca nera che da sempre invade la nostra penisola, specialmente in alcune località del nord. Il film incrocia la fiction con lo stile documentaristico proprio per calcare maggiormente questi rimandi ai fatti reali, utilizzando uno stile asciutto e claustrofobico che tratteggia dei contorni originali e poco esplorati, specialmente considerandone le potenzialità.
Notevole preparazione per la G.A.L.P. (Gruppo Amatoriale Lungometraggi Padova), già firmataria del lungometraggio UNDEAD del 2004, capace di imbastire un plot di sicuro interesse ma ancora non pronta a compiere il balzo in grado di spingerla oltre la linea di confine dell’underground. La trama risente della mancanza di un exploit finale specialmente perché si carica di elementi, di indizi, ma manca in dettaglio e approfondimento, sembrando scorrere lungo un filo pre-impostato che non prevede scossoni.
Gli effetti speciali sono più che discreti e riescono nell’intento mentre, per quanto riguarda il cast, come nella stragrande maggioranza dei prodotti indipendente italiani, i caratteristi sono più che volenterosi ma traballano nella dizione e in alcune forzature di sceneggiatura. Sicuramente dare più libertà di movimento agli attori aiuterebbe a montare una messa in scena più veritiera, quanto mai in lavori come questi per cui la resa realistica diventa perno intorno a cui far ruotare le immagini.
Di certo Federico Rabacchin e Marco Scucciari sono stati coraggiosi e minuziosi nelle scelte, infatti LORO scorre via piacevolmente lungo tutti i 100 minuti di durata, quello che ancora manca è una vera e propria dovizia tecnica, che il duo potrà assimilare col tempo. Le premesse ci sono tutte.
VOTO: 6/10