A Joke Of Too Much (2010)
Regia: Francesco Picone
Durata: 9′ 30″
Genere: Horror - Trash
Audio: Dolby Digital Stereo AC3/2
Rapporto Immagine: 4:3
Sottotitoli: no
Produzione: Smallmovie
Fotografia: Francesco Picone
Musiche: SmallSongBand - Francesco Picone
Montaggio: Francesco Picone
Budget: n.d.
Concorso: "Corto GALP 2010"
Preceduto dal finto Trailer de "L'invasione dei vermi spaziali ", "A joke of too much " è un corto in stile GrindHouse e narra di due fidanzati che una notte, con la loro auto, si appartano nei boschi, proprio la sera in cui il famoso tagliagole di coppie Pietro Capinica evade di prigione.
Francesco Picone, regista di questo short trash movie,rende omaggio con tinte forti, al cinema Tarantiniano e ai film low-budget degli anni Settanta. Il cortometraggio ha un suo incipit caratterizzato da un finto trailer de "L'invasione dei vermi spaziali" una sorta di trash - fanta movie che anticipa e mostra le capacità del regista in locazioni diverse e con stili differenti. Trailer ben riuscito, disgustoso al punto giusto. Proseguiamo quindi con il corto vero e proprio "A joke of too much" realizzato con una buona tecnica,buona cura per i dettagli ravvicinati ed inquadrature non sempre azzeccate ma alcune davvero originali. L'ambientazione si integra bene con il genere del corto, anche se camuffare la luce naturale non è sempre riuscito: in una scena si percepisce che la notte è stata simulata osservando il riflesso del sole nella carrozzeria della macchina. Inoltre si nota drasticamente il salto temporale tra la notte ed il giorno quando la vittima scappa dalla macchina.
I protagonisti, sempre all'altezza della situazione, si esprimono con naturalezza ed anche se si nota un marcato accento toscano, la recitazione risulta piacevole e scorrevole. Per quanto concerne la colonna sonora del girato, un mix di suoni e musiche rendono bene l'atmosfera che il regista voleva proporre, l'audio del parlato è sempre correttamente impostato e ben distinguibile.
Gli effetti in post produzione non mancano di certo: la scelta cromatica dell'intero corto e la saturazione dei colori è davvero buona per il genere del corto, stesso discorso per la vignettatura per le varie sfocature e effetto pellicola rovinata. Effetti in CG non sempre riusciti (la testa mozzata sull'albero). Il sangue va bene, è presente al punto giusto (proprio bella la scena del parabrezza), mentre qualche trucco di scena si nota (collo tagliato).
Ci è giunto un DVD con custodia senza copertina ne cover DVD ne menù.
Bella l'idea,l'assassino Pietro Capinica (anagramma di Pietro Pacciani) non si vede mai in volto,notiamo con piacere che questo è un genere amato dal regista, suggeriamo di provare a sviluppare delle idee più lunghe, magari con un lungometraggio e di raffinare con più cura gli effetti provando ad utilizzare al posto della CG, il trucco meccanico tradizionale, magari con un po d'ingegno. Hai tutte le carte in regola per regalarci altre cruente e sanguinarie emozioni. Saremo lieti di vedere altre tue opere.
TECNICA DI RIPRESA: 8/10
SCENOGRAFIA: 6/10
RECITAZIONE: 7/10
AUDIO: 7/10
EFFETTI CG: 5/10
TRUCCO – MAKE-UP: 5/10
PRESENTAZIONE PRODOTTO: 4/10
VALUTAZIONE GLOBALE: 6/10
Alone In The Light (2011)
Regia: David Valolao
Durata: 02′ 59″
Genere: Horror, Thriller
Audio: Dolby Stereo AC3/2
Rapporto Immagine: 16:9
Sottotitoli: Inglese (Sovraimpressi)
Produzione: Triad Production
Autori Sceneggiatura: David Valolao
Anno di Produzione: 2011
Fotografia: David Valolao
Musiche: Gioele Fazzeri
Montaggio: Gioele Fazzeri
Attori Principali: Michela Zattini, Fabio Chiappara
Budget: 40 €
Concorso: "Corto GALP 2011"
Categoria: Horror
Sinossi:
Michela è una vampira che vive rinchiusa in una mansarda perché l’uomo che si è sempre preso cura di lei ha paura che il mondo non l’accetti per quello che è. Michela è una ragazza sensibile e non sopporta l’idea che l’uomo uccida gli animali del bosco per nutrire la ragazza con il loro sangue, così un giorno trova il coraggio di fuggire per porre fine a tutto.
Valutazione:
Corto low budget per il giovane regista David Valolao, che ripercorre con il suo breve cortometraggio (crica 3 minuti), le ultime ore di vita di una giovane vampira, interpretata da una suadente Michela Zattini.
Storia di vampiri, anzi storia di una singolare vampira, rinchiusa in una stanza da un uomo, forse a volerla proteggere dalle insidie del mondo o viceversa. Uomo visibilmente legato sentimentalmente alla ragazza, le porta quotidianamente del sangue ricavato dagli animali del bosco. La ragazza non gradisce questa situazione e decide di fuggire verso l’unica situazione percorribile…
Fotografia dalle tonalità cromatiche calde, forse a voler rendere più accogliente il disagio della situazione. Tecnica di ripresa funestata da qualche inquadratura con soggetto tagliato (01’ 49’’). Buoni invece il dinamismo durante le scene d’esterno.
Originale come effetto, ma migliorabile, la "zommata" che attraversa le porte (1’ 42’’). Audio altalenante con parlato a tratti troppo basso o troppo alto.
Un horror movie interessante, da sviluppare.
Ci è giunto un DVD con custodia rigida, nessuna cover, nessun DVD label e nessun menù.
TECNICA DI RIPRESA: 7/10
SCENOGRAFIA: 7/10
RECITAZIONE: 7/10
AUDIO: 4/10
COLONNA SONORA: 7/10
EFFETTI CG: /
TRUCCO – MAKE-UP: 6/10
MONTAGGIO: 7/10
PRESENTAZIONE PRODOTTO: 4/10
ORIGINALITA’ – IDEA – NOTA DELLA GIURIA: 7/10
VALUTAZIONE GLOBALE: 6,3
Amontillado (2010)
Regia: Vittorio Pesce
Durata: 26′ 25″
Genere: Horror
Audio: Stero
Rapporto Immagine: 4:3
Sottotitoli: No
Produzione: Vittorio Pesce
Autori Sceneggiatura: Edgard Allan Poe, Vittorio Pesce, Archie Goodwin
Anno di Produzione: 2010
Fotografia: Davide Laterza
Musiche: Non Originali (Mozart)
Montaggio: Vittorio Pesce
Attori Principali: Vittorio Pesce, Carmine Ferrara, Federica Vinci, Umberto Iervolino
Budget: 300 €
Concorso: "Corto GALP 2011"
Categoria: Horror
Sinossi:
L'unione di una giovane coppia di sposi viene turbata dall'incontro casuale con un giullare di strada. Il protagonista scopre il tradimento della moglie e decide di vendicarsi. Omaggio surreale e musicale all'opera lirica e a Mozart, rivisitando un grande classico di Edgard Allan Poe.
Valutazione:
Singolare ed originale rivisitazione di una novella di Edgard Allan Poe, "Amontillado", trae beneficio da una colonna sonora in stile lirico classico di Mozart.
Vittorio Pesce realizza un cortometraggio, dai toni fiabeschi e grotteschi che seguono la scia dei tipici racconti di Poe, tutto ruota attorno ad un tradimento: la giovane e bella Placida interpretata da una suadente Federica Vinci, ha una roccambolesca avventura amorosa con un giullare "Fortunato". Pietroboldo, compagno di Placida, vede tutta la scena del tradimento e cerca la sua venedetta. Ne seguirà la tragica fine di Fortunato ma anche di Pietroboldo.
Buona la tecnica di ripresa che regala dei piani di ripresa ben strutturati, incipit un po incerto con una soggettiva in prima persona forse troppo movimentata, la fotografia regala una buona resa cromatica ma nelle sequenze in notturna l'immagine risulta a tratti troppo scura e negli esterni in diurna il riverbero di luminosità in alcune scene è fastidioso.
Interessanti e ben riuscite anche le illustrazioni scenografiche introdotte in post-produzioni che arricchiscono e rendono più variegato e fluido il cortometraggio.
Buona la recitazione e l'interpretazione dei personaggi, che sono tutti all'altezza della parte.
Una commedia grottesca, un horror fiabesco nello stile calssico di Poe, un plauso a Vittorio Pesce per il suo Amontillado.
Ci è giunto un DVD con custodia rigida,nessuna cover, nessun DVD label e nessun menù.
TECNICA DI RIPRESA: 7/10
SCENOGRAFIA: 7/10
RECITAZIONE: 8/10
AUDIO: 7/10
COLONNA SONORA: 8/10
EFFETTI CG: 7/10
TRUCCO – MAKE-UP: /
MONTAGGIO: 7/10
PRESENTAZIONE PRODOTTO: 4/10
ORIGINALITA’ – IDEA – NOTA DELLA GIURIA: 8/10
VALUTAZIONE GLOBALE: 7
Bastard Serial Killer! Kill! Kill! (2011)
Regia: Antonio Zannone
Durata: 25′ 24″
Genere: Horror
Audio: Dolby Stereo AC3/2
Rapporto Immagine: 16:9
Sottotitoli: No
Produzione: n.d.
Autori Sceneggiatura: Antonio Zannone
Anno di Produzione: 2011
Fotografia: Giose Brescia
Musiche: Luca Toller
Montaggio: Antonio De Rosa
Attori Principali: Elio D'Alessandro, Marco Bonadei
Budget: 5000 €
Concorso: "Corto GALP 2011"
Categoria: Horror
Sinossi:
Un pericoloso criminale evade da un ospedale giudiziario con lo scopo di recuperare cinque milioni di euro che prima dell'arresto aveva nascosto in una masseria abbandonata. Nulla sembra fermare lo spietato Vampa, ma qualcosa di mostruoso lo attende.
Valutazione:
Titolo del corto sicuramente rievocativo al cinema di Russ Meyer, in particolare "Faster, Pussycat! Kill! Kill!, il regista Antonio Zannone propone un cortometraggio che mescola diversi stili, infatti possaimo tranquillamente percepire influenze del cinema di Tarantino ma calarsi anche in un gore alla Tobe Hooper con "Non Aprite Quella Porta".
Un pericoloso criminale (Vampa) è evaso da un ospedale giudiziaro nell'intento di recuperare un ricco bottino sepolto nei pressi di un vecchia abitazione abbandonata. Purtoppo il posto è già "infestato" da un altro gruppo di criminali, molto più pericolosi di lui…
Tecnica di ripresa in linea conlo stile del corto intrapreso, purtoppo ci siamo imbattuti in diverse sfocature, perlopiù causate dall'utilizzo delle fotocamera (Canon 5D). La fotografia risulta curata, regalando delle atmosfere cupe che si amalgamano con la trama, talvolta l'immagine risulta troppo scura, sopratutto nelle scene degli interni. La colonna sonora invece ci è sembrata talvolta troppo distaccata dal genere, anche se nel complesso riesce comunque a dare il suo effetto, l'audio del parlato a tratti è troppo basso.
Gli attori sono calati nella parte, la recitazione è sembrata spontanea e ben riuscita, gli effetti di trucco e make-up ci hanno soddisfatto solo in parte: il sangue, in particolare al volto è ben riuscito, mentre ci sono delle imprecisioni che non abbiamo potuto fare a meno di notare; quando viene staccato l'occhio, una volta inquadrato, risulta pulito e senza sangue; e poi ancora il sangue sulla camicia sembra asciutto mentre la ferita sul volto è fresca.
Una rivisitazione di stili diversi, da Tarantino a Rodriguez a Hooper, la trama sembra un po confusionale ma l'intento di mescolare generi e stili diversi è riuscito. Di sicuro una produzione sopra le righe che merita di essere vista, migliorabile sicuramente dal punto di vista qualitativo.
Ci è giunto un DVD con custodia rigida, cover semplice, nessun DVD label e nessun menù.
TECNICA DI RIPRESA: 7/10
SCENOGRAFIA: 7/10
RECITAZIONE: 7/10
AUDIO: 6/10
COLONNA SONORA: 6/10
EFFETTI CG: /
TRUCCO – MAKE-UP: 7/10
MONTAGGIO: 7/10
PRESENTAZIONE PRODOTTO: 5/10
ORIGINALITA’ – IDEA – NOTA DELLA GIURIA: 5/10
VALUTAZIONE GLOBALE: 6,6
Betania (2010)
Regia: Andrea Giomaro
Durata: 25′ 03″
Genere: Horror
Audio: Stereo
Rapporto Immagine: 4:3
Sottotitoli: No
Produzione: Andrea Giomaro
Autori Sceneggiatura: Andrea Giomaro
Anno di Produzione: 2010
Fotografia: Andrea Giomaro
Musiche: Sabrina Bursi, Frederick Livi, Fulvio Mennella
Montaggio: Andrea Giomaro
Attori Principali: Sonia Caselli, Frederick Livi, Mauro Pagnottella, Francesco Uguccioni
Budget: 5000 €
Concorso: "Corto GALP 2011"
Categoria: Horror
Sinossi:
Serena è un dottore e lavora in un ospedale di città. La sua vita è monotona e schematica fino al giorno in cui riceve una telefonata da Betania. Il prete del piccolo villaggio dove è nata Serena le comunica la morte del nonno. Serena si dirige quindi verso Betania in un viaggio “simbolico” che risveglierà il suo lato emotivo.
Serena capisce che a Betania alcuni morti ritornano in vita, privi però della volontà. Anche Serena riceverà questo “dono” di una seconda possibilità con suo nono, ma la dottoressa non potrà sostenere quella realtà fino al crollo emotivo finale.
Valutazione:
Diretto dal regista Andrea Giomaro, Betania è un cortometraggio Horror che ha piacevolmente suscitato il nostro interesse. Anticipato da una sequenza onirico visionaria di Serena, quasi a volere subdolamente presagire qualcosa di grave, la giovane dottoressa dai modi pacati e monotoni, viene contattata dal prete della sua città natale e viene informata della perdita di suo nonno. Raggiunta la destinazione scoprirà ben presto che la calma apparente di quel luogo, cela invece una terribile verità.
Cortometraggio dalle atmosfere che ricordano molto “Silent Hill” con una nebbia che accompagna la protagonista per quasi tutto il suo viaggio, quasi a volere nascondere e inghiottire quel luogo ed i suoi “abitanti”.
Un horror-zombie diverso, che non trascende mai nella banalità, ma si aggrappa invece ad una trama ben strutturata che riesce a mostrare anche il lato psicologico dei protagonisti. Una fotografia dai colori desaturati, a tratti quasi in bianco e nero, a volere calare lo spettatore nella tristezza e rassegnazione di quel luogo.
La protagonista principale regala una espressività “fredda” in linea con il suo essere nostalgico ed il suo fare monotono e ripetitivo, purtroppo a tratti la recitazione sembra troppo forzata.
Di buona manifattura il make-up dei morti viventi. Molto coinvolgenti anche le musiche che accompagnano con disinvoltura e ricercatezza i 25 minuti di girato.
Un ottimo film horror.
Ci è giunto un DVD con una custodia rigida, una cover ben realizzata, DVD label e nessun menù.
TECNICA DI RIPRESA: 8/10
SCENOGRAFIA: 8/10
RECITAZIONE: 7/10
AUDIO: 6/10
COLONNA SONORA: 7/10
EFFETTI CG: /
TRUCCO – MAKE-UP: 8/10
MONTAGGIO: 7/10
PRESENTAZIONE PRODOTTO: 8/10
ORIGINALITA’ – IDEA – NOTA DELLA GIURIA: 8/10
VALUTAZIONE GLOBALE: 7,4
Chip & Chair (2010)
Regia: Fabio Giagnoni
Durata: 3′ 22″
Genere: Horror - Surreale
Audio: Stereo
Rapporto Immagine: 16:9
Sottotitoli: no
Produzione: n.d.
Fotografia: Cristiano Casone
Musiche: Federico Decotto
Montaggio: Fabio Giagnoni
Budget: 200 €
Concorso: "Corto GALP 2010"
Un tavolo, un mazzo di carte e 3 amici....divertimento assicurato.
Il celebre detto a chip and a chair, ossia un un gettone e una sedia indica che per un giocatore, un torneo non è terminato finché ha ancora una sedia su cui sedersi e un gettone da giocare. A parte ciò il cortometraggio ci porta in atmosfera surreale,governata da tre simpatici personaggi che giocano a carte e scandita da un incessante scorrere del tempo, evidenziato da un tenue ma persistente ticchettio di fondo che ci accompagna fino ai titoli di coda. Il regista gioca con astuzia su personaggi delle fiabe come il bianconiglio ed il cappellaio matto, introducendo però elementi che non appartengono alla medesima fiaba come ad esempio cappuccetto rosso, stravolgendone i ruoli....cappuccetto rosso compie un bel massacro.
Tecnica di ripresa davvero ammirevole, capeggiata tra l'altro da attrezzatura di tutto rispetto (Red Cam), buoni i piani di ripresa e le inquadrature ricercate, l'ambientazione della scena è ben ricostruita e ben studiate anche le luci.Per quanto riguarda la recitazione, siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla sorprendente espressività e disinvoltura del cappellaio matto. Una traccia sonora ricca di effetti accompagna i 3 minuti del corto, forse una campionatura migliore dello spezzone metal avrebbe reso di più. Il trucco scenico e le maschere ci sono sembrate di buona manifattura anche il sangue sul muro è ben realizzato, forse troppo poco sangue...
Ci è giunto un DVD in ottime condizione con custodia, copertina e cover DVD ben realizzati,presente anche un menù semplice statico.
Idea originale ma da comprendere, si avvicina di poco al tema del nostro concorso, buono lo stile e la tecnica, forse qualche minuto in più sarebbe stato gradito.
TECNICA DI RIPRESA: 8/10
SCENOGRAFIA: 7/10
RECITAZIONE: 6/10
AUDIO: 6/10
EFFETTI CG: n.v.
TRUCCO – MAKE-UP: 6/10
PRESENTAZIONE PRODOTTO: 7/10
VALUTAZIONE GLOBALE: 6.5/10
Curse Of The Vampire (2012)
Regia: Matteo Maino
Durata: 16′ 46″
Genere: Horror
Audio: Dolby Stereo AC3/2
Rapporto Immagine: 16:9
Sottotitoli: No
Produzione: Suckbrain Tree
Autori Sceneggiatura: Matteo Maino
Anno di Produzione: 2012
Fotografia: Mattia Biasi
Musiche: Marco Tonello, Matteo Maino
Montaggio: Matteo Maino
Attori Principali: Alessio Bellunato, Stegfania Fornasier, Giuseppina Manola Sciacovelli, Mattia Zilio
Budget: 0 €
Concorso: "Corto GALP 2012"
Categoria: Horror
Sinossi:
Una tranquilla cittadina viene colpita da una serie di omicidi che riguardano giovani ragazze. Vittorio Vanelsi, un giovane appassionato di occulto, è preoccupato per la sua fidanzata Lucia. Sarà il suo amico Giona a rivelargli un segreto che potrebbe far luce sul macabro mistero. Omaggio al cinema Horror anni '30.
Valutazione:
Produzione zero budget per il regista Matteo Maino, che partecipa al nostro concorso (ed. 2012) con il cortometraggio "Curse Of The Vampire", una rivisitazione in chiave moderna del cinema horror degli anni '30.
Vittorio Vanelsi, un giovane appassionato di occulto si trova alle prese con una oscura vicenda legata al mondo dei vampiri, in particolare l'ultimo vampiro (in questo caso una vampira) che minaccia la fidanzata di Vanelsi. Sarà proprio il protagonista principale a portare a termine la macabra scia di omicidi.
Maino, giovane regista Padovano, regala in questa produzione numerosi riferimenti al cinema horror; lo stesso nome del protagonista principale (Vittorio Vanelsi) non può che rievocare elementi cinematografici e narrativi del cinema dei vecchi tempi, infatti Abraham Van Helsing non è che il puro e semplice antagonista del Conte Dracula, un professore che dichiara guerra ai vampiri.
Nel corto viene inoltre citato il libro "Varelli" chiaro riferimento al cinema Argentiano, in effetti Emilio Varelli è l'alchimista che scrisse le "Tre Madri" nel film Inferno di Dario Argento.
La trama del corto si sviluppa in modo troppo lineare, la sensazione è che ci s aspetta esattamente ciò che accadrà. Tecnica di ripresa a volte troppo statica, in particolare nei dialoghi dei personaggi chiave. Le idee per uno sviluppo più accurato c'erano, infatti le carrellate durante la corsa di Vanelsi ci sono piaciute. La scelta della cromia in Bianco e Nero, non può che farci piacere, sono molto pochi i registi che si cimentano in questa scelta, che sono tutt'altro che semplici. Il bianco e nero (o meglio la scala di grigi) prevede un accurato utilizzo dell'illuminazione, pena un girato sovraesposto o sottoesposto. Maino ha reso il tutto piacevole anche con effetto in post produzione che simula le vecchie pellicole con effetti di "flicker". Sfocatura (poco percettibile) al minuto 1' 22'.
La valutazione che ha fatto precipitare il corto è stata purtroppo la recitazione, che a nostro avviso ci è sembrata troppo impostata, anche se l'espressività e la naturalezza dei gesti degli attori comunque ha compensato.
Per quanto riguarda la traccia audio, il parlato era sempre comprensibile e mixato adeguatamente con la colonna sonora che accompagnava con piacere i 16 minuti di girato, l'unica segnalazione da fare è nel minuto 11' 30'' dove si sente in modo marcato lo stacco dal "silenzio" al "rumore di fondo" che disturba la scena.
Davvero notevole e da segnalare la cura per la cover del DVD, la grafica molto curata lo rende molto piacevole alla vista, peccato per il DVD label che risulta invece "scorticato".
Ci è giunto un DVD con custodia rigida, cover e menù semplice.
Curse Of The Vampire è un horror dai toni pacati che comunque raggiunge il suo obbiettivo, il regista dimostra grande passione per il cinema horror, un miglioramento di tecnica e un montaggio più dinamico farebbero la differenza. Siamo curiosi di vedere le future produzioni di Matteo Maino.
TECNICA DI RIPRESA: 6/10
SCENOGRAFIA: 6/10
RECITAZIONE: 5/10
AUDIO: 6/10
COLONNA SONORA: 7/10
EFFETTI CG: 6/10
TRUCCO – MAKE-UP:
MONTAGGIO: 6/10
PRESENTAZIONE PRODOTTO: 7/10
ORIGINALITA’ – IDEA – NOTA DELLA GIURIA: 7/10
VALUTAZIONE GLOBALE: 6,2
Durante La Morte (2011)
Vincitore Genere Horror Corto GALP 2011
Regia: Davide Scovazzo
Durata: 14′ 00″
Genere: Horror
Audio: Dolby Digital Stereo AC3/2
Rapporto Immagine: 16:9
Sottotitoli: No
Produzione: M.D.P Per Le Comunicazioni di Massa
Autori Sceneggiatura: Davide Scovazzo
Anno di Produzione: 2011
Fotografia: Marzio Mirabella
Musiche: Insects Are Sexy, Fabio Frizzi
Montaggio: Marco Paba
Attori Principali: Enrico Luly, Fiorenza Pieri, Nicole Vignola
Budget: n.d.
Concorso: "Corto GALP 2011"
Categoria: Horror
Sinossi:
Poesia del ricordo e della carne decomposta. Una storia romantica sulla putrefazione.
Valutazione:
“I ricordi sono come Zombie che ti uccidono, instillandoti una nostalgia che ti leva il respiro”, con questa citazione, il regista Davide Scovazzo epiloga il suo corto, con una sceneggiatura liberamente ispirata allo scrittore Niccolò Ammaniti (tratta dalla citazione), dai toni freddi e staccati.
Un uomo ed una città apparentemente deserta sono gli elementi che lasciano lo spettatore in attesa della cruda realtà. L’uomo si muove con fare frettoloso, in ambienti urbani a lui famigliari, quasi a voler sfidare il proprio destino. Una voce fuori campo accompagna il tragitto dell’uomo, svelando a poco a poco la trama del corto. L’uomo incontra le prime figure “umane” che celate, in un primo momento da una sfocatura voluta, parlano con disinvoltura, lasciando ancora appeso lo spettatore in una condizione di smarrimento. Le due figure avanzano, e le sembianze sono inequivocabilmente quelle degli zombie.
Un vento sinuoso accompagna quasi tutto il filmato, quasi a voler spazzar via quella situazione di disagio, quasi a voler marcare un senso di solitudine e rancore. Le persone “zombie” incontrate dall’uomo, infatti, hanno un qualche riferimento famigliare, lo si percepisce e si ha conferma quando il protagonista principale sfoglia un album fotografico e rivede le stesse figure incontrante, questa volta con parvenza umana. Quando ormai si crede di aver capito e concluso che si tratta della solita storia sui morti viventi, il regista spiazza nuovamente lo spettatore, regalando un finale originale che svela una cruenta realtà.
Girato interamente con una Canon 5D, notiamo piacevolmente il taglio professionale che Davide Scovazzo conferisce a questo horror. Una storia originale che riesce a fondere elementi dal sottile aspetto psicologico con un ben più materiale stile “gore”. Carrellate stabili e ben realizzate, piani di inquadratura interessanti con elementi volontariamente fuori fuoco per creare atmosfera. Fotografia ben realizzata con colore freddo quasi a voler marcare il senso di solitudine e disagio, buone le riprese anche con poca illuminazione, le immagini sono sempre ben delineate. Nota negativa invece per la traccia audio (suoni e voce narrante) che talvolta presenta un cattivo missaggio tra colonna sonora e voce narrante, talvolta di difficile comprensione. L’audio campionato per il messaggio della segreteria telefonica è di bassa qualità e si nota. Buona la colonna musicale che arricchisce con una atmosfera triste e malinconica i 14 minuti di riprese. Attori prestanti, buona la recitazione anche se a volte un po’ forzata.
Notevole l’impegno per la realizzazione del make-up, molto ricercato e curato, il volto degli zombi è tumefatto e scarnificato, peccato si noti la mancanza di trucco nel resto del corpo.
I nostri complimenti a Davide Scovazzo che ci regala un horror di qualità con una trama che lascia riflettere.
Ci è giunto un DVD con una custodia rigida, una cover ben realizzata, nessun DVD label ed un semplice menù.
TECNICA DI RIPRESA: 8/10
SCENOGRAFIA: 8/10
RECITAZIONE: 7/10
AUDIO: 6/10
COLONNA SONORA: 8/10
EFFETTI CG: /
TRUCCO – MAKE-UP: 9/10
MONTAGGIO: 8/10
PRESENTAZIONE PRODOTTO: 7/10
ORIGINALITA’ – IDEA – NOTA DELLA GIURIA: 9/10
VALUTAZIONE GLOBALE: 7,7
Glereon (2011)
Regia: Giulia Cignolini, Alex Ordiner
Durata: 17′ 54″
Genere: Horror
Audio: Dolby Stereo AC3/2
Rapporto Immagine: 16:9
Sottotitoli: No
Produzione: Autonoma
Autori Sceneggiatura: Giulia Cignolini, Jessica Cossettini, Alex Ordiner
Anno di Produzione: 2011
Fotografia: Alex Ordiner
Musiche: n.d.
Montaggio: Alex Ordiner
Attori Principali: Fabio Bravo, Daniele Mion, Stefania Pagnutti, Giovanni Pravisani, Federico Zamparo
Budget: 250 €
Concorso: "Corto GALP 2011"
Categoria: Horror
Sinossi:
Estate. Quattro amici, un weekend in montagna. L’incontro con un boscaiolo li porterà, attraverso una leggenda ormai dimenticata, a guardare con occhi diversi il paesaggio che li circonda.
Valutazione:
Regia a quattro mani per questo singolare cortometraggio che cavalca con estro il folclore popolare, i registi Giuglia Cignolini e Alex Ordiner portano in scena una storia ben realizzata che aproccia al mondo della leggenda popolare con toni misteriosi ed originali.
La leggenda su cui fonda le radici il cortometraggio risale nelle credenze popolari dell' Alta val But e racconta di una imponente montagna che un tempo apparteneva a un tale Silverio il quale ne era entrato in possesso con un inganno. Il Silverio della leggenda, padrone di "Plan dai Ai" era un imbroglione e spostò i confini per allargare i suoi possedimenti, perchè voleva impadronirsi di un pezzo di terreno del signor Brunetti. Un giorno il signor Brunetti vide che il suo vasto suolo sulle carte, in realtà, si stava ritirando e le misurazioni non quadravano; allora si insospettì e chiamò Silverio in tribunale. Il giorno stabilito la moglie di Silverio disse al marito:”Metti la terra dell’orto negli stivali e potrai giurare di pestare il tuo terreno”. Così fece. Giunto in tribunale, Silverio giurò il falso dicendo: “Io calpesto il mio terreno!”.Per questo motivo, alla sua morte, ebbe un premio che lo legò alla montagna tanto bramata: fu condannato dal diavolo a demolirla a colpi di piccone.
Quattro ragazzi trascorrono serenamente un weekend in montagna, passata la notte in tenda, uno di loro si sveglia e prepara il caffè. Da li a poco si ode un rumore simile ad una frana e subito dopo compare un boscaiaolo. Il giovane ragazzo chide all'uomo se ha udito anche lui lo strano rumore,così offrendogli il caffè, il boscaiolo racconta la leggenda di Silverio. Il boscaiolo prosegue per la sua strada e gli altri 3 ragazzi del gruppo si svegliano; ognuno aveva sognato la stessa identica cosa…
Il titolo cui prende il nome il cortometraggio "Glereon" deriva da una parola friulana che significa ghiaione, distesa di sassi. Nello specifico è il luogo in cui Silverio (il dannato del moscardo) si trova confinato a vivere per l'eternità.
Buona ed originale la trama, che trae spunto da miti e leggende popolari, portando in superfice un cinema spesso dimenticato. La marcata inflessione dialettale, caratterizza da una parte il corto rendendolo più "popolare", dall'altra parte penalizza bruscamente la sceta del dialetto rispetto ad un più comprensibile Italiano.
Tecnicamente, ci sono sicuramente degli aspetti migliorabili, partendo dalla stabilità delle immagini talvolta "mosse" sopratutto durante le ripese dinamiche. Anche il montaggio lascia un po a desiderare, il cambio da un immaginie all'altra non è sempre riuscito bene. L'audio in presa diretta, fa sentire tutti i suoi limiti, ma dona comunque un atmosfera particolare che bene si sposa con la magnifica scenografia naturale.
I nostri comlpimenti a Giulia ed Alex per aver rievocato in modo originale il folclore locale.
Ci è giunto un DVD con bustina trasparente,nessuna cover, DVD label e menù semplice.
TECNICA DI RIPRESA: 7/10
SCENOGRAFIA: 8/10
RECITAZIONE: 7/10
AUDIO: 6/10
COLONNA SONORA: 6/10
EFFETTI CG: /
TRUCCO – MAKE-UP: /
MONTAGGIO: 6/10
PRESENTAZIONE PRODOTTO: 4/10
ORIGINALITA’ – IDEA – NOTA DELLA GIURIA: 9/10
VALUTAZIONE GLOBALE: 6,7
Harlequin (2011)
Menzione Speciale Genere Horror Corto GALP 2011
Regia: Vincenzo Bellini
Durata: 24′ 16″
Genere: Horror
Audio: Stereo
Rapporto Immagine: 16:9
Sottotitoli: No
Produzione: Icarusfilm
Autori Sceneggiatura: Anna Peri – Anny Scialdone – Vincenzo Bellini
Anno di Produzione: 2011
Fotografia: Paolo Bellini, Irene Bellini
Musiche: Vincenzo Bellini
Montaggio: Vincenzo Bellini, Irene Bellini
Attori Principali: Rossella Sinagra, Anny Scialdone, Paolo Bellini, Ivano Baldi, Claudio Canneti
Budget: 200 €
Concorso: "Corto GALP 2011"
Categoria: Horror
Sinossi:
Un fotografo ed una modella stanno cercando una antica chiesa in un bosco, per realizzare un servizio fotografico. Tra le pietre di questa chiesa, testimoni di antiche tragedie, si aggirano presenze inquietanti. E’ l’orda dei morti inquieti comandati da Harlequin. La leggenda dice che chi incontra questa orda di demoni e dannati e’ perduto per sempre.
Valutazione:
Ritorna con un corto "ben fatto" il regista Vincenzo Bellini, che compie un notevole salto qualitativo rispetto al suo precedente lavoro “La Location”.
Il corto, che spazia tra i magnifici paesaggi toscani, narra la storia di una modella ed un fotografo che nella ricerca di una location per un servizio fotografico, si imbattono in un luogo antico e maledetto. La modella viene sopraffatta da istinti sessuali e visioni di demoni, segno evidente che il male che dilaga in quel luogo comincia a riaffiorare.
Ne susseguirà una truculenta e macabra serie di omicidi.
Sceneggiatura a tre mani dai contenuti arcani e folkloristici, che prende spunti letterali direttamente dalla Divina Commedia.
Il make-up e i costumi di scena sono ben realizzati, le sequenze e i flashback dove compaiono le figure mascherate, sono davvero inquietanti e molto caratteristici sono anche i volti degli attori adibiti nel ruolo di demoni.
Dal punto di vista tecnico abbiamo visto un miglioramento, le inquadrature sono più dinamiche, anche se spesso troppo incentrate nel soggetto.
Il taglio fotografico che Bellini decide di dare al cortometraggio in fase di post-produzione, ci ha colpiti piacevolmente, la cromia alterata e i filtri colorati applicati con tono su quasi tutto il filmato, lo rendono accattivante e suggestivo per la tipologia del tema trattato.
Le dissolvenze e le sovraimpressioni sono abbastanza curate e rendono bene l’effetto, il sangue artificiale in alcune scene è troppo chiaro e non rende l’idea (consigliamo a Bellini di curare meglio questo aspetto per le future produzioni).
Musiche d’atmosfera accompagnano i 24 minuti del corto e sono bene azzeccate, l’audio in presa diretta e la recitazione degli attori invece lascia qualche perplessità.
Nel contesto un ottimo lavoro che si fa notare.
Ci è giunto un DVD con custodia rigida e cover, label DVD e menù ben realizzato.
TECNICA DI RIPRESA: 7/10
SCENOGRAFIA: 8/10
RECITAZIONE: 7/10
AUDIO: 6/10
COLONNA SONORA: 8/10
EFFETTI CG: 7/10
TRUCCO – MAKE-UP: 8/10
MONTAGGIO: 8/10
PRESENTAZIONE PRODOTTO: 9/10
ORIGINALITA’ – IDEA – NOTA DELLA GIURIA: 9/10
VALUTAZIONE GLOBALE: 7,5